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La storia di Torino in pillole

Pagine gialle ante litteram

L'editore e tipografo Onorato Derossi ottenne, nel 1780, l'incarico di pubblicare un almanacco che contenesse le chiese e i luoghi di interesse artistico culturale della città. La guida, che il tipografo stampò nella sua officina in contrada di Po, conteneva anche nome, titolo, carica e abitazione delle persone che si distinguevano per nascita e impiego e di quelle che esercitassero professioni di pubblica utilità, come architetti, artigiani, avvocati, banchieri, chirurghi, impiegati pubblici.

Addestramento dei soldati

L'allora celeberrimo ginnasta svizzero Rodolfo Obermann, a cui è intitolata una via, giunse a Torino da Zurigo nel 1833, su invito del governo sardo. Gli venne affidato l'incarico di direttore della Scuola militare ginnastica di artiglieria presso il castello del Valentino. Contemporaneamente il Ministero della guerra gli affidò il mandato di studiare, elaborare e applicare un insieme di principi di istruzione fisica per l'esercito.

Reale Società Ginnastica

Il 17 marzo 1844 si riunirono nell'abitazione di Rodolfo Obermann, ginnasta svizzero più volte vincitore nelle Gare Federali di Zurigo, il medico Luigi Balestra, il conte Ernesto Ricardi di Netro, il cavaliere Filippo Roveda, l'ingegnere Cesare Valerio e l'avvocato Lorenzo Saroldi, con l'intento di costituire la prima società ginnica italiana. 
La Reale Società Ginnastica restò in effetti l'unica società ginnastica italiana fino al 1860.

Bellissimo e fertilissimo paese

La politica di Emanuele Filiberto assicurò un così duraturo periodo di pace, che l'economia agricola dell'intero paese ne beneficiò. 
Nel 1570 l'ambasciatore Gian Francesco Morosini presentava il Piemonte come "bellissimo e fertilissimo paese, abbondante di tutte le cose necessarie al vivere umano, come grani, vini, carni e boschi perchè dicono che quando si ha ragionevole raccolto in Piemonte, se ne raccoglie tanto, che basta a nutrire per quattro o cinque anni la popolazione e di carne ancora ne hanno tanta copia, che ne possono accomodar largamente i vicini".

Politiche agricole sabaude

L'intervento diretto dello Stato sul settore dell'agricoltura, sotto Emanuele Filiberto, portò all'elaborazione di progetti per opere di canalizzazione che consentissero una regolare e diffusa irrigazione delle campagne. 
Tra il 1568 e il 1574 fu realizzata la "bealera di Bra", un canale costruito per "condur acqua dal finaggio di Fossano e quello di Cervere, Cherasco e Bra et altri luoghi, per loro bonificatione et pubblica utilità", inizialmente progettato fino a Cuneo e inserito nei beni del patrimonio ducale.

Esercito sabaudo

Sul "Manuale del cittadino degli Stati Sardi" del 1852 si legge che l'anno precedente erano in servizio attivo 36 generali, di cui un maresciallo, con lire 15.000 di compenso annuo, 3 generali d'armata con 9600 lire, 8 tenenti generali con 8400 lire e 24 maggiori generali con 7200 lire. Un colonnello percepiva 6000 lire, un tenente colonnello 4000, un maggiore 3500, un capitano 2400, un tenente 1450. I soldati semplici 40 centesimi.

Istruzione pubblica

Nel 1850 c'erano nel Regno di Sardegna 61 asili per 8548 bambini. 
Le scuole elementari, per regolamento disposto da Carlo Alberto, dovevano essere "in tutte le città, nei borghi e capi luogo di mandamento". L'insegnamento doveva essere uniforme, doveva prevedere lettura, scrittura, catechismo, lingua italiana e aritmetica. Ma soprattutto doveva essere gratuito
In Piemonte e Liguria le scuole comunali maschili erano 1862 (quelle femminili 428), 426 in Savoia (262 femminili), 311 in Sardegna (nessuna scuola femminile). Ogni alunno costava in media 24 lire all'anno.

Statuto albertino

A conclusione di un defatigante tiramolla, all'inizio del febbraio 1848 re Carlo Alberto, seguendo i suggerimenti di alcuni liberali moderati, decise di concedere lo Statuto (tuttavia non una costituzione). Lo Satuto, sopra tutte le altre, racchiudeva una grande novità: le elezioni. L'articolo 3 dice: "Il potere legislativo sarà collettivamente esercitato dal Re e da due Camere: il Senato e quella dei Deputati". Quest'ultima era elettiva, il Senato era invece interamente di nomina regia.

Le guerre del Monferrato

In due successive guerre (1613 - 1618 e 1627 - 1630) i confini piemontesi si spezzarono più di quanto già non fossero. 
L'oggetto della contesa con i francesi era il controllo del Monferrato, allora sotto i Gonzaga di Mantova. 
La guerra si risolse in una conquista a metà per i Savoia, che con il trattato di Cherasco del 1631 acquisirono le terre monferrine di Alba e Trino, cedendo però Pinerolo, che interessava Richelieu per lo strategico controllo del valico del Monginevro.

Illuminazione a gas

L'illuminazione pubblica a gas della città venne inaugurata il 1° settembre 1839.

Gli albori della stampa periodica

Il primo numero del più antico settimanale di Torino uscì il 1° febbraio 1645. Si trattava della rivista "I successi del mondo", pubblicata dal sacerdote Pietro Antonio Soncino e stampata dal tipografo Sinibaldi. L'ultimo numero di questa rivista di costume venne stampato il 24 dicembre del 1665. 
Carlo Emanuele I concesse in seguito il privilegio di stampare una Gazzetta a Carlo Giannelli, nel 1658. Il primo numero uscì l'11 maggio dello stesso anno. La gazzetta venne stampata fino all'inizio del secolo successivo.

Incendi alla Biblioteca nazionale

Nel 1904 un fatto catastrofico sconvolse la Biblioteca nazionale: nella notte tra il 25 e il 26 gennaio il fuoco avvolse cinque sale compromettendo, irrimediabilmente, la sezione dei manoscritti, degli incunaboli piemontesi, delle aldine e della consultazione. 
Rimasero distrutti nell'incendio 24000 volumi e 2640 manoscritti di inestimabile valore. La biblioteca si riprese rapidamente, continuando le acquisizioni, anche di fondi preziosissimi; ma durante il secondo conflitto mondiale, nel bombardamento di Torino dell'8 dicembre 1942, furono distrutti più di 15.000 volumi (tra cui quelli geografici con gli atlanti antichi ricchi di mappe) e porzioni del catalogo generale.