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La storia di Torino in pillole

Religione egiziana

A partire dal II secolo d. C. giunsero anche a Torino i culti misterici orientali, che si stavano rapidamente diffondendo in tutti i territori dell'impero. Si è ritrovata, a tale proposito, una base di statua con dedica ad Iside, che potrebbe essere parte di un santuario a Iside e Serapide. E' ipotizzabile che si debba a questa presenza di culti misterici il fiorire di leggende sull'origine egizia della città di Torino.

Paradiso fiscale

Per risanare le casse personali e pubbliche, l'imperatore Diocleziano varò una profonda riforma fiscale che prevedeva di trasformare tutti i territori dell'impero in province, abolendo così le colonie. Il provvedimento equiparava tutto l'impero ai territori dell'Italia insulare, tanto sotto il punto di vista dei privilegi quanto sotto gli impegni onerosi nei confronti del tributo fondiario. 
La città di Torino dovette così cominciare a pagare un tributo che non le era spettato per secoli.

Eccidio a Pian del Lot

Nella primavera del 1944, 27 partigiani furono fucilati dai nazifascisti al Pian del Lot (in strada San Vito, in corrispondenza di quello che ora è stato rinominato "Parco Repubbliche partigiane piemontesi"). 
La data del 3 aprile, in assenza di una data ufficiale a causa della gran segretezza con la quale fu comminata l'esecuzione, è stata scelta convenzionalmente dal Comune di Torino per celebrarne la memoria.

Biblioteca per tutti

La biblioteca fu inaugurata il 22 febbraio 1869, a seguito di un progetto proposto al sindaco dal consigliere comunale Giuseppe Pomba. L'idea era quella di creare un polo bibliotecario parallelo a quello universitario in grado di ospitare "le opere moderne di uso generale". Inizialmente fu ospite di palazzo civico e osservò orario serale.

I 3 professori che dissero no al fascismo

Invitati con ripetute pressioni a prestare giuramento di fedeltà al regime fascista, allo scadere dei termini l'8 ottobre 1931 dodici soli docenti in tutta Italia rifiutarono tale obbligo, preferendo un pensionamento anticipato. Tra questi ben 3 erano di Torino: Francesco Ruffini, docente di diritto ecclesiastico cui è intitolato l'omonimo parco, Lionello Venturi, docente di storia dell'arte e Mario Carrara, docente di medicina legale.

La nascita dell'Arma dei Carabinieri

L'Arma dei Carabinieri nacque a Torino il 13 luglio del 1814 quale corpo di militari "per buona condotta e saviezza distinti". Il re Vittorio Emanuele I, tornato a Torino dalla Francia dopo l'abdicazione e l'esilio di Napoleone I, intraprese un'onerosa opera di riordinamento del Regno, che prevedeva anche la riorganizzazione dell'esercito e la creazione di un Corpo di truppe per la tutela della sicurezza pubblica. 
Un'apposita commissione sancì che il nuovo Corpo dovesse chiamarsi dei "Carabinieri Reali" e ne definì l'organizzazione, il reclutamento, i compiti ed i limiti di servizio. Si giunse così alle Regie Patenti del 13 luglio 1814 che sancirono ufficialmente la nascita dell'Arma. Alle Patenti istitutive fecero seguito un Regolamento per l'Istituzione del Buon Governo e del Corpo dei Carabinieri, e altre disposizioni circa il reclutamento, le paghe, l'armamento, l'alloggiamento, il numero di ufficiali da nominare, nonché l'organico dei sottufficiali e degli uomini di truppa. 
I primi venticinque ufficiali destinati al Corpo furono scelti tra coloro che, avendo prestato servizio nelle armate napoleoniche, si erano distinti sul campo di battaglia guadagnandosi le più alte decorazioni. Nel novembre del 1814 fu infine decretata l'uniforme del Corpo, insieme a quella dell'intero esercito, e compilato il relativo regolamento. Speciali distintivi per i Carabinieri furono il colletto ed i paramani celesti, le fodere rosse, i bottoni argentei, gli alamari e i fiocchi. Per gli ufficiali, una sciarpa di seta giallodorata, costellata di piccoli segni turchini, con nappe, da portarsi intorno alla cintura, sopra l'abito.