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La storia di Torino in pillole

Evasione di Renato Curcio

Con un abile piano, un gruppo di quattro brigatisti riuscì il 18 febbraio del 1975 a far evadere dal carcere di Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, il capo delle Br Renato Curcio. Resterà latitante fino al 18 gennaio 1976, quando verrà nuovamente catturato alla periferia di Milano insieme a Nadia Mantovani.

La morte di Adriano Olivetti

L'industriale Adriano Olivetti (nato a Ivrea l'11 aprile 1901), noto per l'attenzione alle problematiche sociali e alla qualità della vita dei lavoratori, morì il 27 febbraio del 1960 sul treno Milano - Losanna.

Uno sciopero di 3 mesi

A causa di una vertenza per il rinnovo degli accordi di lavoro, gli operai delle industrie automobilistiche di Torino iniziarono il 3 marzo 1913 un'agitazione che si protrasse per 3 mesi. 
Lo sciopero si concluse con la sottoscrizione da parte degli industriali di contratti collettivi e il riconoscimento del diritto di organizzazione degli operai attraverso la costituzione di commissioni interne alle fabbriche, di nomina sindacale.

Carceri Nuove in rivolta

L'11 aprile 1969 scoppiò una rivolta nelle carceri Nuove di Torino, per protesta contro il regolamento carcerario e per il sovraffollamento della struttura. L'episodio innescò l'esplodere di altre agitazioni in vari istituti di pena di diverse città italiane.

Annibale mette Torino a ferro e fuoco

Disceso dalle Alpi, Annibale iniziò un cruento assedio di 3 giorni al termine dei quali si impadronì della città mentre i superstiti erano ormai fuggiti nelle campagne. Pochi anni più tardi, nel 207 a. C., il fratello Asdrubale passerà nuovamente da Torino nel tentativo di portare soccorso al grande condottiero cartaginese.

Paganesimo e cristianizzazione

Le prime missioni cristiane comparvero a Torino alla fine del III secolo d. C. a opera di San Secondo, San Martiniano, San Solutore, Sant'Avventore e Sant'Ottavio. 
Queste prime missioni si collocano nel quadro della cristianizzazione del Piemonte progettata e sostenuta dal vescovo sardo di Vercelli Sant'Eusebio. La diocesi vercellese conservò a lungo un certo primato morale e politico sulle vicende piemontesi, arrivando, a cavallo dei secoli X e XI a condizionare persino la politica degli imperatori germanici. Dal contenuto dei sermoni del primo vescovo di Torino, San Massimo, possiamo dedurre come, ad un secolo di distanza da quelle prime missioni, la cristianizzazione fosse ancora lontana dall'essere completa e i culti pagani continuassero ad essere fortemente radicati negli usi del popolo, sia pur "travestiti" da festività religiose cristiane.

Ostensioni

I Savoia conservarono la Sindone a Chambery sino al 1578; tuttavia le ostensioni in Piemonte e comunque in Italia furono frequenti già prima di tale data. Nel 1476, la duchessa Jolanda, moglie del duca Amedeo IX il Beato, fece un viaggio a Torino portando con sè la Sindone. 
Nel 1478 si preparò un'ostensione a Pinerolo il Sabato Santo. Successive ostensioni avvennero nel 1488, nel 1494 e nel 1495 a Torino. 
Nel 1536 si ebbe un'ostensione a Milano. Nel 1561, avendo riottenuto con il trattato di Cateau Cambrésis i territori francesi, Emanuele Filiberto ricondusse la tela a Chambéry. I tempi erano però ormai maturi per una diversa impostazione della politica di governo e la Sindone venne condotta a Torino, appunto nel 1578, dallo stesso Emanuele Filiberto. L'occasione favorevole al trasferimento si era presentata nel momento in cui l'arcivesovo di Milano Carlo Borromeo aveva deciso di recarsi a piedi in Savoia per venerare il Santo Sudario: al fine di facilitare il viaggio, Emanuele Filiberto portò la tela nel nuovo capoluogo sabaudo, ottenendo così un notevole risultato di prestigio per la città. 
Il Seicento fu il secolo di maggiore notorietà: si ebbero ostensioni periodiche ogni 4 maggio, giorno fissato per la festa liturgica del sacro lino. Nel 1694 venne terminata la costruzione della cappella che da allora la ospita, ad opera di Guarino Guarini. Nel 1706, durante l'assedio dei francesi fu condotta al sicuro a Genova e nel 1939 al santuario di Montevergine presso Avellino per sottrarla ai pericoli bellici. Prima del 1998 e del 2000 ci furono ancora diverse ostensioni, di cui vogliamo ricordare quella del 1978, straordinaria per il numero di fedeli accorsi. Nel 1983 divenne proprietà della Santa Sede, per volontà testamentaria di Umberto II di Savoia.

Invenzione di una capitale

Con il trasferimento della capitale da Chambéry a Torino nel 1563, si definì per la città piemontese un ruolo inedito di centralità rispetto ai territori dello stato. La stessa estensione dei domini, molto più vasti quelli d'oltralpe a confronto di quelli "al di qua" (Savoia fino al Rodano, la Bresse, Val Romey e Gex, le terre svizzere fino al lago di Ginevra i territori "di là"; Piemonte fino alla Sesia, Valle d'Aosta e Nizzardo "di qua"), rese questo spostamento una vera scommessa. Lo storico Vera Comoli ha definito questa scelta "invenzione di una capitale".

Organizzazione feudale

L'organizzazione feudale si diffuse in Piemonte in periodo carolingio. Allo sfaldarsi della dinastia carolongia la contea di Torino entrò a far parte del Regno italico di Berengario I, mentre la Valle d'Aosta passò nel 904 ai sovrani della Borgogna transgiurana. 
Con Berengario II si ebbe la suddivisione nelle tre marche: Arduinica con Torino, Alba e Ventimiglia, Aleramica con il Monferrato, Acqui e Savona, Obertenga con i comitati di Genova, Tortona, Bobbio, Pavia e Milano. Nel 963 al regno italico si sostituì l'autorità dei principi di Sassonia.

Umberto Biancamano

Tra X e XI secolo, con la presa di potere da parte di un feudatario del re di Borgogna, Umberto Biancamano, primo conte di Savoia, si assiste alla parziale unificazione di territori prima separati. Appoggiando l'imperatore Corrado II nella conquista del regno italico, egli ottenne i feudi della Moriana e della Tarantasia, che, uniti alla contea di Aosta, mettevano sotto il suo diretto controllo i valichi del Grande e del Piccolo San Bernardo. In seguito, con una precisa strategia matrimoniale, facendo sposare il figlio Oddone di Savoia con Adelaide di Susa riuscì a portare sotto il dominio della contea anche i colli del Monginevro e del Moncenisio con i territori a essi contigui, offrendo notevoli e salde garanzie alla salvaguardia e allo sviluppo del commercio internazionale.

Confini interni

Furono emblematiche, nella politica di espansione territoriale improntata alla neutralità che Emanuele Filiberto varò, l'acquisizione del contado di Tenda, della signoria di Oneglia e delle signorie di Maro e Prella in cambio di parte dei territori della Bresse. Tali acquisizioni rispondevano all'esigenza di possedere un secondo sbocco al mare che non fosse contrassegnato, come nel caso di Nizza, da una discontinuità territoriale dovuta ai confini interni. D'altronde il problema delle dogane restò a lungo acuto, e quasi tutte le manovre politico militari dei Savoia furono orientate a una ricerca di compattamento del territorio. Nel 1574 i Savoia ottennero la restituzione di Pinerolo, Santhià e Asti dai francesi. Restarono però ancora a lungo esclusi dai confini del territorio sabaudo il Monferrato e il marchesato di Saluzzo.

Nasce la Confindustria

A Torino il 1° maggio 1910 fu costituita, dall'unione delle associazioni regionali degli industriali, la Confederazione italiana dell'industria (Confindustria).
Buon centenario!